0.Prologo 20+20=130

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GIOCARE A SCACCHI CON LA MORTE. CRONACHE DELLA SPERANZA

 

0.Prologo: Giocare a scacchi con la Morte

Giocare a scacchi con la morte! Unimmagine intrigante.

Ma sorpassata.

Non c nulla di pi affascinante, per un animo pieno di energia, di domande, di dubbi: mettersi alla prova contro un nemico forte, pericoloso, noto, vincente e antipatico. La gloria il premio promesso, anche in caso di sconfitta: la superiorit dellavversario rende famosa anche la semplice e genuina disponibilit a provarci.

Ma non il nostro caso.

Leroismo titanico, come anche linquietudine esistenziale, hanno fecondato i pensieri di molte generazioni di giovani. Miliardi di parole hanno trafitto cuori e acceso menti, volendo infiammare lo spirto guerrier chentro [ogni giovane] rugge.

Ma non in noi.

Noi siamo fatti di unaltra pasta.

Ci fu un tempo, nella nostra vita, in cui ci confrontammo con la Morte: impauriti dalla sua fama - come giusto che sia - e soggiogati dalla sua ineluttabilit. Se non proprio come titani, miti di altri tempi e di altre generazioni, abbiamo sperato di esserle superiori in modo "smart": evitandola. Labbiamo compiaciuta, tanto quanto basta per farsela amica, per renderla dolce e, possibilmente, appartata. La Morte bella - o eutanasia - era il nostro nuovo mito: una intera vita trascorsa a non darle importanza e poi, un incontro fugace, tipo sveltina in un motel.

Questo abbiamo sperato. Questo abbiamo inseguito. La Morte nascosta.

Avete capito cosa potesse significare per noi una partita a scacchi con la Morte? Nulla che non somigliasse ad un videogame.

Ma alfine giunse la Mano.

Se non avete mai visto laManoin azione occorre che vi fermiate un attimo e consideriate questo: la Vita molto pi misteriosa di quanto ciascun giovane nerd di questa recente epoca possa cercare di immaginare. La Vita ha una sua personalit, anzi - diciamolo bene - la Vita vive di Vita propria. Chiama noi ad interpretarla - Lei - vuole dei protagonisti sulla scena. La Vita durante lo spettacolo, interviene e muove... Gi, MUOVE. Perch la Vita ha un suo piano, una sua strategia. La Vita punta un obiettivo e lo persegue. Coinvolge tutti gli interpreti, intorno a quellobiettivo, distribuisce ruoli, raccoglie energie, dirige, indirizza, propone, sostiene. La Vita si occupa della Regia. La Vita non sta mai ferma. La Vita, se la guardi bene, ti accorgi che geniale: crea, la Vita, rinnova, inventa. Sempre e solo attenta alla sua meta, al suo obiettivo che poi semplice: generare altra Vita. Vita per tutti il suo slogan. Vita per tutti e a prezzo della Vita di ciascuno. La Vita vuole generare Vita ma non egoista, questo il punto. La Vita, infatti, si dona. Dona s stessa perch altri la VIVANO. La Vita attiva, nel senso che genera. Ma anche passiva nel senso che vuole essere vissuta.

Ma si parlava della Mano.

Ora che avete considerato cosa possa essere la Vita, potete immaginare la Mano, cio la sua concretezza.

La Morte non ha nulla da dire alla Vita. La Vita molto di pi della Morte: la Vita vive... figuriamoci cosa le possa interessare della Morte. Di pi, la Vita disposta a morire per altra Vita; la Morte, invece, non disposta a vivere ma solo a far morire. Per questo quando la Morte aggredisce gli interpreti che la Vita ha scelto di coinvolgere per vivere, beh, vi assicuriamo che la Vita, nel suo piccolo, si incazza.

E quindi, torniamo alla Mano! Che poi di fatto quella che fa il lavoro sporco.

Ecco quindi la partita a scacchi!

Sembr, un tempo, che fosse la Morte a sfidare gli interpreti della Vita, invitandoli a giocare a scacchi. Si divertiva. Quelli, poverini, accettavano se non altro per non dargliela vinta subito, volevano che faticasse almeno un po a prendere possesso di loro. Noi, sapendo di non poter vincere la partita a scacchi indetta dalla Morte, non gli abbiamo mai dato neanche la soddisfazione di giocarla, la SUA partita. Ci siamo venduti per unofferta allettante, il godimento intermedio tra lentrata in scena e la fine dello spettacolo. Niente pi lotta o confronto, niente strategie: Te la diamo vinta, la partita, basta che per un po non ci rompi. Tu stai appartata, noi ci consumiamo questo po di vita e poi ZAC nella morte.

Neanche il gusto di giocarla questa partita con la Morte: eravamo come zombie.

Fu cos che scoprimmo che era stata indetta unaltra partita. A ruoli invertiti. Era la Vita che sfidava a scacchi la Morte. Quella, poverina, convinta di poterla giocare, accett.

Sventurata!

La Vita viene prima e viene dopo della Morte. La Vita sta sopra e sta sotto la Morte. La Vita allinterno e allesterno della Morte. Giocano su piani diversi

Ma la Morte limitata, diciamolo: era convinta che potesse vincere. La sua convinzione stava in questo: attaccando ripetutamente i singoli protagonisti della Vita e uccidendoli tutti, uno per uno, la Vita sarebbe morta di crepacuore e sarebbe scomparsa del tutto. Falciare vittime, questo era lintenzione della Morte. Falciare, falciare, falciare. Prima o poi sarebbero finiti. E in effetti ci furono molti pezzi caduti sul campo e i sopravvissuti erano dispersi e disperati sulla scacchiera: a zonzo, ognuno per conto suo, ripiegati su se stessi, in attesa della falce.

Fu allora che noi - e con noi la Morte - scoprimmo la Mano. E cominciammo a giocare a scacchi quella partita che pensavamo fosse una cosa di altri tempi.

Possono anche morire alcuni attori ma la Vita confida nel suo interprete migliore, Ges, il Risorto, figlio delluomo e autore, anzi co-autore, della Vita. Egli ha giocato la partita a scacchi indetta dalla Morte e impensabile per i titani ha vinto! E ora si diverte a concedere alla Morte la rivincita per convincere tutti gli altri interpreti della Vita, cio noi, che la Morte muore.

W la Vita, M la Morte.

Ecco, vogliamo raccontarvi questa storia.

La Storia di noi che cominciammo infischiandocene della Morte per paura di combatterla. Di noi che blandimmo la Morte perch diventasse indolore. Di noi che fummo incrociati dalla Mano della Vita, mentre radunava i suoi attori per sfidare la Morte sulla scacchiera. Di noi che divenimmo ottimi pezzi nella partita in cui noi stessi eravamo in palio: per imparare a VIVERE da VIVI e a non MORIRE da MORTI.

Tutto questo avvenne a Macerata negli anni che condussero la Casa Salesiana a festeggiare il suo 130 anno di Vita. Noi fummo presenti: mentre la scacchiera era in mano alla Morte, comparve la Mano della Vita e le sorti della partita presero un altro colore.

Nessuno mai ha raccontato questa storia, perch ogni storia per essere raccontata va vissuta. E noi siamo ancora Vivi mentre combattiamo una partita a scacchi con la Morte. Siamo Vivi e questa gi la nostra vittoria.

FINE PROLOGO

 

Di seguito potrete accedere agli ulteriori approfondimenti della settimana.

 

Audio-racconto del prologo


 

Interviste


 

Testimonianze