1.L'esplorazione 20+20=130

1.L'esplorazione  20+20=130

GIOCARE A SCHACCHI CON LA MORTE. Cronache della Speranza

 

Capitolo Primo: L'esplorazione

Chiude la Scuola dei Salesiani

Questo il Titolo di Cronache Maceratesi del 17 Maggio 2013. La Morte (M!) aveva giocato bene le sue mosse e la partita, quella convocata da Lei, era nelle sue mani.

Nello schieramento avversario si percepiva lo scompiglio: il tentativo di resistere allevento catastrofico sembrava ormai fallito.

La Casa Salesiana era giunta a questa battaglia dopo molte altre battaglie. Dalla sua provvidenziale fondazione a questo momento era passata attraverso due guerre mondiali, i cambiamenti sociali della contestazione giovanile, la fine dei collegi.

La riforma della Scuola del 2000, che aveva reso Pubbliche anche le Scuole non Statali - fino a quel momento chiamate Private - aveva messo un cappio al collo alle iniziative della societ civile che intendevano proporre un percorso di studi alternativo a quello statale: stessi doveri delle scuole statali ma meno sovvenzioni. Anzi, per la Scuola Secondaria, nessuna sovvenzione, per mancanza di fondi - dicevano.

Ma non questo il punto centrale. Non erano i nemici della Scuola Pubblica Paritaria a determinare lo scompiglio tra i nostri pezzi sulla scacchiera. Non mai lavversario il primo dei problemi in una battaglia. Piuttosto il senso della guerra e la motivazione delle truppe.

E qui il racconto si ingarbuglia.

La Regia dei movimenti era sfuggita di mano al Re. Si era scelta, allinizio della partita contro la M!, una strategia di attacco basata sulla frammentazione interna. Marciare divisi per colpire uniti, avrebbe detto il feldmaresciallo prussiano Von Moltke, eroe delle guerre di fine 800. Lidea non era strampalata, naturalmente, ma era stata interpretata non tenendo conto dei cambiamenti sociali. Una Scuola pensata senza collegamenti con lOratorio era ormai fuori dai tempi. Ma anche lOratorio pensato solo come spazio comune, per lattivit di molti gruppi autonomi tra loro, era destinato a subire lavanzata devastante, non dei pezzi grossi delle armate nere, ma dei piccoli pedoni, che agivano con mille scorribande su tutto il terreno di gioco. Una Casa con due Cuori e due Menti era gi predisposta ad un crollo repentino.

Il pubblico, che assisteva alla partita a scacchi, non capiva. Le strategie sono materiale per pochi esperti. La gente capiva solo che una parte della storia di Macerata stava andando in frantumi. Nel popolo di don Bosco serpeggiava la versione del nemico: tutto ormai finito. Si sa, in tempi difficili, anche tra gli amici si fa largo la tentazione di cedere allo sconforto.

Nelle fila salesiane si erano infiltrati emissari delle truppe nemiche: il gioco sporco di queste spie seguiva due piste collaudate nella storia di tutte le battaglie. Da una parte si screditavano gli alti comandi salesiani (I Salesiani che guidano la battaglia non sono pi quelli di una volta!; Cosa direbbe don Bosco se fosse qui in mezzo a noi? E questi sarebbero quelli che vogliono bene ai giovani?). Dallaltra lavoravano sui tavoli importanti della citt per speculare sulla probabile vittoria della M! (Se i Salesiani se ne vanno saremo noi ad accaparrarci il loro patrimonio e ci servir un aiuto per gestirlo; oppure: Quando i Salesiani se ne andranno potremmo sostituirli nel fare noi le nostre proposte ai giovani").

In questo scenario crepuscolare, in cui tutti agiscono nel nome della dispersione, apparve una Mano provvidenziale. Il governo dei Salesiani decise di puntare su una nuova strategia: pensare uniti per procedere distinti. il principio evangelico del Signore Ges che raduna i suoi attorno allEucaristia e poi li manda a due a due nel Suo nome, lunico nome adeguato a superare le sottigliezze dellavversario.

Iniziarono gli spostamenti dei pezzi. Lasciati quelli ormai persi come la Scuola, ci si concentr sui restanti. Non erano pochi e non erano deboli. La Regina era ancora viva: la Chiesa gloriosa del 1937, in cui migliaia di giovani si erano avvicinati allEucaristia; gli Alfieri erano ancora sul campo: gli adulti tutti, gli Ex-allievi, i Cooperatori, il Gruppo Mamma Margherita, il Masci. E poi cerano i magnifici Cavalli: le gloriose Associazioni ROBUR, AGESCI, SERMIGO e Amici di Domenico Savio, destrieri perfetti per recuperare gli spazi perduti. I Pedoni rimasti, rinvigoriti nella speranza, sembravano alfieri in sella a destrieri.

In questa nuova prospettiva acquisiva un senso diverso anche il Piano di Recupero di qualche anno prima. Era, questa, unoperazione in cui tutta la citt aveva sperato per rigenerare la presenza della Casa Salesiana e la sua Scuola. Tra polemiche e discussioni il Comune aveva elaborato un progetto di cambiamento delle strutture che, con la chiusura della Scuola, sembrava vanificato. Nel crepitio della battaglia si alzavano anche voci che presentavano il Piano come una macchinazione speculativa dei soliti preti arraffoni. Era facile sparare contro la croce rossa: i Salesiani presentati come speculatori immobiliari era uno slogan buono per le battaglie anticlericali dei mangiapreti di altri tempi. Ma, che volete, in guerra tutto diventa credibile. E la M! una professionista del discredito, i suoi sgherri sono sempre allopera. Poi, a dirla tutta, un certo senso di furbesca manipolazione delle situazioni poteva pure rintracciarsi in quella costosissima operazione ma, sicuramente, non ad opera dei Salesiani che, erano, piuttosto, delle vittime un po ingenue, come chiarir la storia in seguito.

Comunque, si diceva, con la riorganizzazione delle truppe e con una nuova strategia anche questa operazione prendeva un nuovo volto: quello con cui era stata voluta.

La Manodella Provvidenza era tornata ad alimentare le speranze delle truppe bianche.

E diremo di pi: questo ridisegno della strategia mise in luce che il senso della battaglia era cambiato. Dopo aver fatto un giro di esplorazione sulla scacchiera, la Manofece comprendere a tutti che: un conto era combattere con la Morte per prolungare il tempo che ci separava dal decesso; un conto era combattere con laMorte per far comprendere a tutti i protagonisti e a tutto il pubblico che la morte gi vinta. Si tratta solo di far cambiare atteggiamento agli interpreti della battaglia e invitarli a passare dallatteggiamento di chi usa la vita per sperare di morire il pi tardi possibile a chi vive la vita cercando di morire nel miglior modo possibile.

Cambiarono molte cose. Fin da subito fu chiaro che molti erano vissuti nella Casa Salesiana senza comprendere del tutto il senso profondo di questa realt. Vi avevano trovato delle ottime risorse per crescere e per accumulare crediti di fronte alla sfide del futuro, ma non erano molto interessati alla sua sopravvivenza.

Altri, invece, accaparratori per abitudine, una volta arraffato il bottino sparirono dal terreno di battaglia.

Altri ancora restarono ad osservare, incerti sul da farsi e sul futuro di questa battaglia.

Intorno alla Regina, a difesa del Re, si trovarono tutti quelli che furono affascinati dalla Manodella Provvidenza.

La citt era diventata il palco di una sfida nuova: qualcuno partecipava attivamente, qualcuno era indifferente, altri tramavano nelle segrete stanze tra un pettegolezzo e una calunnia. La storia del mondo sempre andata avanti cos: questa nuova sfida non sarebbe stata diversa.

FINE PRIMO CAPITOLO

 

L'audio-racconto


Le testimonianze


L'intervista a don Leonardo Mancini, ispettore della Circoscrizione salesiana dell'Italia centrale dal 2012 al 2018


 

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