2. Le torri conquistano il centro 20+20=130

2. Le torri conquistano il centro  20+20=130

GIOCARE A SCACCHI CON LA MORTE. Cronache della Speranza

 

CAPITOLO SECONDO: LE TORRI CONQUISTANO IL CENTRO

Il nemico, nella precedente campagna sulla scacchiera, aveva preso molto campo.

Nel bel mezzo dello zang tumb tumb, tra i colpi di cannone del nemico, il vociare dei reduci dal campo di battaglia riportava una sola dolorosa notizia: Stiamo perdendo.

Arroccati ai margini della scacchiera, lontani dalla centralit della Casa, dalla vita pulsante tipica dellOratorio, si cercava di resistere.

Era necessario conquistare terreno.

Testimoniare la voglia di vita era lunica cosa che faceva sentire vivi i pezzi dei bianchi.

La gioia dello stare insieme, il ritmo delle danze e dei canti, lo scroscio delle risate, il sudore speso nei giochi, tutto ci che d carattere e senso allesistere, spaventa sempre, terribilmente la M!. Noi facciamo consistere la Santit nello stare molto Allegri non solo una frase: un modo di VIVERE.

La M! affascinata da tutto questo, ma ne anche gelosa.

Da quando la Vita ha deciso di rinunciare a se stessa per generare altra Vita, la M! ha capito di essere rimasta terribilmente sola. La solitudine le ha generato una nuova paura, e la nuova paura ha generato una furia cieca, contro tutto ci che pu generare altra Vita.

Lo spazio era lunica, vera, potente risorsa della Mano: ella sognava un Cortile. Non uno sterile parcheggio, dove le anime spariscono, lasciano la macchina e se ne vanno. Un Cortile dove le anime si incontrano, giocano insieme e riprendono Vita. La Mano li vedeva gi, come se fossero l, quel mezzo migliaio di fanciulli urlanti scorrazzare da un capo allaltro della Casa. Bisognava rimuovere quel mezzo centinaio di autoveicoli scintillanti che occupavano quel suolo. Ma la Mano, purtroppo, non era un carroattrezzi.

I valorosi pezzi rimasti capivano che era necessaria una rivoluzione e allo stesso tempo cera la paura di esporsi. Lasciare le mura amiche per la promessa di un futuro incerto e migliore non mai una scelta banale. Neanche quando si parla di lasciare un parcheggio!

Quando le forze sono poche e il morale basso, qualsiasi attacco allo scoperto sembra una delirante aspirazione suicida. Tuttavia le menti di qualche pezzo avevano intravisto la potenzialit che la Mano instancabilmente indicava, descrivendo scenari e suggerendo soluzioni.

Furono le Torri a districare la matassa.

In una canonica partita a scacchi, nella prima fase, le torri rimangono a lungo inutilizzate, ma questa era tutto fuorch una partita canonica. La M! contava molti pezzi dalla sua parte e affidandosi al fatto che tutti, prima o poi, scendono a patti con la M!, pensava di aver messo sotto scacco la vita maceratese.

Le Torri, avevano vissuto pi di una battaglia, come abbiamo gi detto. Conoscevano molto bene il campo di gioco e soprattutto conoscevano lantica arte di tenere in piedi le Case Salesiane: le Torri, come figli di Don Bosco consacrati, riuniti intorno al Direttore, sono i pilastri di una Comunit che gioca a scacchi con la M!: esse sanno donare la Vita per generare altra Vita. Fecero ricorso alla loro memoria e alla memoria di tutti: la Casa era fiorita intorno a quel Cortile! Furono allontanate le macchine.

Un attento lettore potrebbe pensare che non sia realistico che la M! abbia compiuto un s grave errore nel dimenticarsi del potenziale della Comunit dei Salesiani consacrati.

La Signora dal nero mantello era ben a conoscenza della solidit e della forza instancabile delle Torri. Ci nonostante la sua strategia per escluderle era semplice: attaccare quella che a lei sembrava la sorgente della Vita nellesperienza degli uomini: lapparato economico.

I Salesiani, secondo Lei, non facevano eccezione: caduta la scuola anchessi avrebbero ceduto alla resa; senza la scuola nessuna istituzione o comunit sarebbe stata in grado di caricarsi sulle spalle una struttura cos ampia.

Ma ecco le Torri!

La loro solidit e la loro ampiezza erano il frutto di un lavoro certosino basato su solida roccia, migliaia di mattoni selezionati accuratamente e posti con pazienza, uno dopo laltro, relazione su relazione, giovane dopo giovane. Lamore aveva fatto da calce e aveva reso solida una struttura che si faceva tetragona ai colpi di sventura. Posizionati in mezzo alla mischia incassavano ma non indietreggiavano, difesero il Cortile. Con la schiena ben ritta, erano diventati Speranza che infuocava la battaglia.

Spostare gli ambienti che avevamo chiamato Oratorio era la battaglia che poteva cambiare le sorti della guerra, rinvigorire lanimo dei nostri pezzi, garantire speranza a lungo termine. Anche se ben lontani dallinizio del racconto, la citazione non fuori luogo: Cantami o Diva laudacia delle torri e aiutami affinch essa possa essere ricordata a lungo, perch non si vedono tutti i giorni generali che resistono ai colpi dei nemici (e anche a quelli degli amici).

Una parte dei Bianchi si esprimeva infatti cos: Io sono nato e cresciuto in questo salone, qui ho tutti i ricordi pi belli legati alla mia esperienza nella Casa, saranno anni che facciamo il GREST sempre qui e, tutto sommato, non ce la siamo mai cavata cos male.

L'inerzia serpeggiava sotto banco, strisciando silenziosamente, come quelle idee che sembrano consolarti ma che, in fondo, ti stanno scavando la fossa.

Nessuno aveva veramente la forza per opporsi, perch, quando non si abituati alla guerra, quando le cose si ottengono senza rischiare la Vita, nessuno convinto di voler dare la Vita per una causa, nessuno mai pronto a combattere fino in fondo.

Siamo grati al coraggio delle Torri che, immaginando progetti, raccogliendo fondi e guardando al futuro che la Mano indicava, cambiarono per sempre le sorti della nostra battaglia.

Lentamente la Casa Salesiana si pensava Nuova: si stava rialzando. Tempestivamente il nuovo Cortile fu pronto ad ospitare la prima Estate Ragazzi (giugno 2014) in quello che era stato un parcheggio. I Bianchi sperimentarono nel profondo che la storia non era finita, che unaltra Era aveva avuto ufficialmente inizio.

FINE SECONDO CAPITOLO

 

L'audio-racconto


 

Le testimonianze

Le interviste a don Salvatore, Aurelio sdb, Davide sdb ( Prima Parte)


 

Le intervistea don Salvatore, Aurelio sdb, Davide sdb (Seconda Parte- Backstage, risate, ricordi di Casa)


Se non lo avete ancora fatto, leggete il primo capitolo della nostra storia.