3. La strategia dei Bianchi 20+20=130

3. La strategia dei Bianchi 20+20=130

GIOCARE A SCACCHI CON LA MORTE. Cronache della speranza

 

CAPITOLO TERZO: LA STRATEGIA DEI BIANCHI

Il centro della scacchiera, il Cortile, era stato conquistato.

Proprio nel vecchio luogo apparentemente pi grigio e meno vitale, lemblema della separazione tra le Due Case, Scuola e Oratorio, due cuori e due menti; proprio nel parcheggio, dove tutti lasciavano la macchina e andavano a vivere altrove, era sorta una piccola oasi di bellezza. Uno spazio essenziale dove attingere alla Vita, dove i Bianchi riconoscevano finalmente lessenza della loro impresa: rendere il campo di battaglia un luogo di incontro, dove veder Vivere i giovani senza parcheggiarli, dove la M! non avrebbe trovato spazio, se non per rinascere a Vita nuova.

Ed era solo linizio.

La M! non si sarebbe fermata dopo la delusione in una sola mossa. I Bianchi, risanati nello sguardo e nellanimo da un distesa di spazi da abitare, dal Cortile ripensato, iniziavano a comprendere che quello non era che il primo passo mosso nella Speranza che sgorga da una promessa molto pi grande. Non cera tempo, tuttavia, per dormire sugli allori, malgrado la bellissima esperienza estiva avesse consumato una buona parte delle energie. Il Nemico non si sarebbe fermato, si infilava insidioso dappertutto, ma i suoi luoghi preferiti erano gli animi delle file sue nemiche, cio i nostri: la conversione doveva ancora trovare solidit. In fondo, le ferite dei combattenti erano numerose e non semplice concedere fiducia quando sei stato gi ferito.

Fu allora che le menti strategiche dello schieramento Bianco, nello specifico la comunit salesiana dei Consacrati, con la testa vicina al Cielo, proprio come spetta alle Torri, fecero capire che il Cortile era solo il primo passo di un piano pi ampio: era il Cuore della Casa che doveva cambiare. La spinta vitale non poteva restare periferica: lOratorio doveva trasferirsi nel centro identitario della Casa. La partita si giocava in citt, la Casa doveva riconquistare visibilit allesterno e unit allinterno. Questo era lobiettivo: spostare la base ed ampliare la propria zona di comando. Nuovi turbamenti nelle file dei Bianchi. Staccati dal vecchio Cortile si doveva dire addio anche alle sedi, ai bagni, alle stanze, al salone, al porticato, alle scale. Questa fissione nucleare avrebbe creato enormi scompensi nella convinzione di molti. Giustamente, potremmo dire. Sono i ricordi, in fondo, a sostenere lanima.

Abbiamo gi dato dicevano alcuni. I pi coraggiosi sentirono la necessit di chiedere, di capire. Le Torri accolsero tutti, si prodigarono nel parlare con tutti. La nuova base, nel cuore dellIstituto, sarebbe stata pi grande, pi accogliente, pi vicina alla citt, pi conosciuta allesterno. Si trattava di riprendersi il titolo di Casa e di non restare lappendice di una cattedrale rimasta deserta.

Non era facile rendere conto di tutte le conseguenze. Qualcuno vi leggeva una specie di fuga, una ritirata, labbandono al nemico di un luogo tanto caro, pieno Vita e di infinite immagini da ricordare. Pochi mesi e tutto questo sarebbe sparito, ma al momento di fare la mossa non facile comprendere il futuro.

Le Torri comprendevano le fatiche, ma dovevano tutelare la fermezza del Re nel voler restare in Vita e della sua Regina nel difendere la sua vitalit.

Lintera storia, infatti, fa perno sul desiderio fortissimo dellIstituto Salesiano San Giuseppe di rimanere in piedi, al centro della Storia della citt, pronto a servire ogni giovane per offrire nuove piste di crescita. In questo, era sostenuto dalla sua Regina, la perla di ogni partita a scacchi che noi abbiamo sempre visto raffigurata nello splendido affresco della Chiesa. Una Madre premurosa, forte e intelligente, decisa e umile allo stesso tempo, profonda conoscitrice delle intenzioni della Mano e maestra di fedelt.

La Torre pi alta prese la parola e si rivolse ai suoi uomini e alle sue donne:

Miei Carissimi tutti, riconosco e rispetto le profonde radici dei vostri cuori allungate nei pi nascosti angoli di questa base, piccola, certo, e lontana dal mondo, ma per tanti di noi dimora per lunghi anni, rifugio e riparo, porto per salpare e porto di attracco soprattutto per i nostri Cavalli - le gloriose associazioni. Chi di noi pu dimenticare don Ennio, la Torre che govern mille avventure? Tuttavia, questa nuova battaglia ci chiama ad affrontare dei cambiamenti, a rinnovare gli otri dove far scorrere il vino nuovo. La nostra nuova Casa non un luogo sconosciuto, ma il posto dove i nostri saggi e lessenza della nostra identit ha sempre avuto dimora. Non rimpiangeremo questa mossa. Torniamo alla sorgente della nostra identit, l dove il Re siede sul trono e dove la Regina della Speranza, con la sua presenza, ci accoglier con il suo manto.

Molti fra i cuori si accesero, altri meno, ma la strategia era accattivante. La M! non avrebbe mai immaginato un tale cambiamento. Non conosceva la storia della fenice che rinasce dalle proprie ceneri, non conosceva la storia di Ges.

Fu cos che intorno ai mesi di Settembre e Ottobre 2014 iniziarono gli instancabili lavori di spostamento e la conoscenza del nuovo immenso spazio dellIstituto. Troppo grande? Troppo poco Oratorio? Troppo dispersivo? Forse. Chi avrebbe potuto dare una risposta definitiva?

Ben presto le sedi si sarebbero spostate ai piani superiori, i corridoi immensi si sarebbero caratterizzati con le loro stanze dedicate alle arti, agli incontri, ai giovani. Come un corpo che cresce e in cui ciascun membro si specializza - le gambe a correre, le mani a lavorare, la mente a riflettere - cos lIstituto Salesiano, dal primo allultimo piano, stava lentamente acquisendo un nuovo senso. Oltre al posto per giocare ed incontrarsi, il bellissimo Cortile, anche un luogo dove vivere la giovinezza e crescere, il Centro Giovanile. E gi, perch si voleva inseguire il bisogno dei giovani pi grandi e non solo le abitudini dei pi picocli per fare dellOratorio in cui si potesse anche mangiare e dormire, stare con gli amici e studiare: Oratorio Centro Giovanile, appunto.

Tutto questo era ancora solo abbozzato ma i semplici germogli di una vera Casa facevano presagire un futuro interessante.

Fu un brutto colpo per la M!.

Nei cuori dei Bianchi, lentamente, si stava affacciando la forza di quella nuova ed inaspettata bellezza, dove limmensit dello spazio avrebbe acquisito nel tempo il senso del suo esistere, e dove perfino la vecchia base sarebbe rinata a nuove prospettive.

La M!, inizialmente, non diede peso alla mossa, in molti non capirono.

Ma tra le ceneri una nuova vita veniva al mondo.

E presto sarebbe cresciuta!

FINE CAPITOLO TERZO

 

L'audio-racconto


 

Le testimonianze
 

 
La lectio - riflessione Parte I
 

 
 
La lectio - riflessione Parte II
 

 
Se non lo avete ancora fatto, leggete il secondo capitolodella nostra storia.