7. Preparare l'attacco 20+20=130

7. Preparare l'attacco 20+20=130

GIOCARE A SCACCHI CONTRO LA MORTE.CRONACHE DELLA SPERANZA

 

CAPITOLO SETTIMO: PREPARARE L'ATTACCO

Le alleanze, nel tempo, iniziarono a divenire sempre pi solide. Certo, non senza fatiche. Ma questo fa parte di ogni storia che non si basi tanto su un compromesso di mera convenienza, quanto piuttosto sul giocarsi in prima persona. Se nellaltro si riconosciuta una parte di s stessi, troppo a lungo celata, la storia pu cambiare.

Il popolo Bianco cresceva in forza ed amorevolezza, i pezzi si irrobustivano e si allenavano perch un periodo entusiasmante e insidioso allo stesso tempo si stava nuovamente avvicinando: lEstate. Lo aveva tramandato quellantico condottiero di anime di Valdocco, affermando che se la giovent non fosse rimasta vicina al Salvatore nel periodo estivo sarebbe stata facile preda del nemico pi infimo, il demonio. La M! assumeva nel tempo sempre nuove forme, un nemico mutevole in aspetto, ma immodificabile nella sua radice di male. Ma ben poco cera da temere, ora che lesercito era ben allenato: il mondo doveva conoscerne la forza e la destrezza, ma soprattutto la M! doveva ricevere una nuova pesantissima sconfitta.

LEstate Ragazzi, rinnovata nel nome e nellorganizzazione nel 2014, acquistava un nuovo focus: non pi solo un servizio alle famiglie per intrattenere i pi piccoli, ma un grande esperimento di cittadinanza attiva per i giovani del popolo bianco. Il nuovo attacco, si apriva come un grande fiore che sboccia, come una matrioska che inverte la logica del pi grande per il pi piccolo e la fa diventare biunivoca: anche il pi piccolo per il pi grande. Come fratelli. Il maggiore forte, perch si dedica al minore. E questi si irrobustisce perch si sente al centro delle attenzioni del maggiore e ne stimola la creativit e la pazienza. Luno diveniva sigillo di forza per laltro, e tutti e due fanno crescere lambiente familiare, cio lintera Casa. Troppo complicato da comprendere? In realt, un cambio di prospettiva inimmaginabile, ma evidentemente fruttuoso.

LEstate Ragazzi rimaneva, certo, un momento di gioco e crescita dei pi piccoli, capaci di lanciare attacchi pungenti al male con il loro sorriso e le loro risate - Quando vedo i giovani tutti occupati nel gioco son sicuro che il demonio ha un bel fare, ma non riesce a nulla diceva Don Bosco. Ma il vero fulcro, agli occhi del Re e della Regina, delle Torri e di tutti gli alti ranghi dellesercito, rimaneva la giovane armata delle maglie rosse. I pi forti ed energici per et e temperanza, ma al contempo i pi soggetti a disperdersi nella bellezza, spesso tentatrice, dellozio estivo. Rivestiti di una nuova armatura, rossa come la passione che scorreva nei loro cuori, a loro sarebbe stato riservato, da quel momento in poi, il pi prezioso addestramento.

Impararono a prepararsi con qualche mese di anticipo. Capirono limportanza di svegliarsi presto per incontrare qualcun altro e quella di andare a letto stanchi per curare i particolari. Scoprirono che essere adolescenti non solo il marchio di problema della societ, ma limmagine di una energia che cresce e si scopre, che rallegra il mondo e sprigiona speranza. Gustarono i pranzi come occasione di servizio e il gioco come una competizione stimolante. E tutto da protagonisti. Un miracolo! Quelli che si lamentavano di dover andare a scuola durante linverno, diventavano i primi a scendere dal letto per passare 12 ore filate con i pi piccoli e con i loro coetanei.

Tutti sapevano bene quanto ci fosse essenziale.

Il battaglione delle maglie rosse fu rivestito di grande onore.

Al loro fianco, pi nascosti ma non meno coinvolti, altri fratelli e sorelle maggiori. Pi maturi e pi grandi per et e non per questo pi cinici o meno entusiasti. Erano rivestiti con larmatura della maglia blu, il colore del cielo che sembra essere cos esteso per far risplendere le giovani stelle rosse. Si innescava nuovamente il meccanismo salvifico, del pi grande che, attraverso il pi piccolo, si riconosce amato e gratuitamente donato. Un grande onore ed una grande responsabilit quella delle maglie blu, impegnate sul fronte della battaglia estiva e al contempo nei doveri di studio e lavoro, essenziali per chi si vuole affacciare alla vita adulta. Anchessi forti, ma al contempo fragili e bisognosi di un appoggio.

Quello era il ruolo degli Alfieri, i pi adulti, le famiglie a servizio, e delle Torri. Essi si spendevano per non far mancare alle maglie blu la sorgente dacqua viva dove attingere per portare ai rossi, assetati pi di tutti, Verit e testimonianza.

Tutti avvolti dal grande manto della Regina, custoditi dal Re e protetti dalla Mano del Padre.

Come grandi petali di un fiore custodivano le maglie rosse che ne erano il centro prezioso e ricco di linfa vitale, per nutrire i pi piccoli.

Inizialmente non fu facile entrare in certe dinamiche. Ogni giorno si muovevano nella Casa non meno di settecento persone, tra fanciulli, ragazzi, giovani e adulti.

Vivere la bellezza dello stare insieme non fu un lavoro senza ostacoli. Non ci sono molte occasioni della vita in cui ci si trova ad avere rapporti quotidiani con un numero cos grande di persone. N ci sono molte occasioni in cui, da giovani, ci si ritrova con la responsabilit di un manipolo di mostriciattoli urlanti, specialmente quando si indossa per la prima volta una maglia rossa. Passare dallaltro lato del gioco, dalla parte di quelli che tirano le fila, richiede uno sforzo, richiede un cambio di prospettiva, richiede umilt. E spesso, quando si fa fatica a capire, facile arrabbiarsi, risentirsi, entrare in conflitto. Potremmo raccontare di urla, di pianti, di rimproveri: tutto quello che fa parte di una Vita vera, vissuta per qualcosa di molto pi grande di noi.

Il solo raccontarlo ci commuove.

Un fiore, infatti, non cresce tirandolo per i petali, ma seminando qualcosa che allinizio non si vede e che diventa tanto pi bello nella misura in cui ce ne prendiamo pi cura.

Fu con questo bellissimo fiore che sferrammo un attacco decisivo. La citt si accorse di una Vita nuova, quella di un fiore incapace di vivere senza che anche una sola delle sue parti non fosse in armonia. Una creatura ricca di colori e capace di manifestarsi in tutta la sua bellezza anche nellarsura estiva, stupenda agli occhi di tutti, perfino a quelli della M!

Quanto la infastidiva quella bellezza incomprensibile!

I piccoli si divertivano e crescevano attraverso i giochi, le riflessioni, le uscite; le maglie rosse aumentavano in numero e in forza, le maglie blu si rinvigorivano, gli adulti e le famiglie si ritrovavano insieme nelle calde serate di allegria, potenti nel servizio e accoglienti per gli altri. La comunit salesiana risplendeva: i pi giovani in prima linea accanto alle maglie blu e rosse, i pi anziani accanto al Re e alla Regina a sostenere con la preghiera quell'immane impresa educativa.

E la Casa! Di anno in anno, non avrebbe fatto che modellarsi per divenire sempre pi accogliente per ospitare la pi oratoriana delle esperienze. Chi lavrebbe mai detto?

Un brutto colpo per la M! che perdeva, a vista docchio, innumerevoli dei suoi pezzi neri. Una straordinaria sorpresa per lintero pubblico cittadino. Come un carro trionfale, si ricorda la meravigliosa Festa dellEstate Ragazzi dellanno 2016: il giovane popolo salesiano si radun a convegno da tutto il territorio circostante e si rivers, a suon di musica, per le strade maceratesi in una pacifica invasione di colori e risate. La M!, in un angolo buio, soffriva: ancora una volta uno degli attacchi pi potenti del nemico era stato inferto, segnato dalla penetrante e affilata arma della gioia.

Non vi fu una sola goccia di sudore sprecata, un solo sacrificio inutile. Perch anche il fiore pi bello sperimenta la sua fatica nel crescere e innalzarsi dal piccolo seme che lo ha generato, ma pu resistere al vento e alle pi gravi calunnie, se attinge allacqua e alla luce pi autentica.
Assistere allEstate Ragazzi nei suoi primi anni di vita, fu come percorrere la dinamica dellamore e della meraviglia pi profonde, assimilabili allo sguardo stupefatto dei pastori verso un Bimbo dapprima in fasce, divenuto poi fonte di Salvezza.

Tutto questo la Mano lo sapeva bene e, dallalto, benediva gli incredibili sforzi del suo amato popolo Bianco, in straordinario vantaggio nel gioco della Vita.

FINE CAPITOLO SETTIMO

 

L'audio racconto


 

Le testimonianze


L'intervista


 

Se non lo avete ancora fatto leggete il sesto capitolo della nostra storia