È vero o non è vero? Dall'omelia della notte di Natale

È vero o non è vero? Dall'omelia della notte di Natale

Il popolo camminava nelle tenebre e ricevette una grande luce!

Messa così è facile comprendere tutto il fascino del Natale: è la memoria di una notizia che salva; è, precisamente, il centro del Vangelo. E' nata la luce che sconfigge le tenebre.

Occorre, però, fare la fatica di mettersi nei panni di una persona che riceve questa notizia, si lascia colpire, perché desidera uscire dalle tenebre, e si trova di fronte a Gesù bambino. Di fatto Gesù è un neonato ha una mamma e un papà, gente come noi, gente come i pastori che sono andati per primi a trovare il bimbo. Ecco, mettiamoci nei panni dei pastori in modo da poter fare con loro la strada che riguarda ciascuno di noi. Scegliamo due di questi pastori. Uno più... e l'altro più... ok? Siamo d'accordo? Bene. E adesso seguiamoli nei loro movimenti. Ricevono un invito, da un angelo - mamma mia! - che li manda a prendere visione di un evento straordinario: la nascita del Salvatore. Chi non sarebbe andato? Chi non sarebbe partito con una certa premura? Ebbene, giunti sul luogo vedono un bambino. Un bambino normale. Sì, tutti i grandi uomini sono stati bambini normali ma, per il Salvatore, ci si potrebbe aspettare qualcosa di più. Di fronte a queste perplessità si può solo o dare adito al sospetto (ci vogliono convincere di qualcos'altro; ci stanno prendendo in giro; siamo così deboli e fragili da aver bisogno di credere in qualsiasi cosa...); oppure interrogare Giuseppe e Maria. Non c'è altra strada che quella di tirarsi indietro o andare avanti e chiedere ai protagonisti di questa storia. E Giuseppe e Maria raccontano la loro storia d'amore e la storia di questo bambino.

I pastori vanno a casa contenti. Hanno ascoltato un bel racconto e vissuto uan nottata particolare. I giorni successivi sono come gli altri giorni. Le pecore sono sempre le stesse. Cambiano le stagioni ma non in modo diverso rispetto a come hanno fatto tutti gli altri anni. Passano i mesi. La vita è sempre la stessa. 10 anni. 20 anni. Si invecchia; ci si ammala; cambia il mondo intorno a loro ma la grande luce che il popolo attendeva non è diversa dalla luce che sorge tutti i giorni. Uno dei pastori sospetta definitivamente: siamo stati suggestionati. Capita! La vita è così ambigua ti dà e ti toglie speranza in un batter d'occhio e quella sera ci siamo entusiasmati per poco. E' stato bello ma è durato qualche giorno, poi la vita - per come la conosciamo - ha preso il sopravvento. L'altro pastore non si rassegna: Giuseppe e Maria saranno ancora vivi, avranno una casa, Gesù sarà cresciuto, magari avrà fatto già qualcosa: vado a vedere. Ecco l'atteggiamento della FEDE. Contro il SOSPETTO e a favore della RICERCA. E li ha trovati Maria e Giuseppe e ha passato ancora del tempo con loro nel nome di quel primo meraviglioso incontro a Betlemme, 20 anni prima. E poi ha salutato anche Gesù, lo ha scrutato ben bene per scorgere i segni di una faccia da Salvatore ma... niente... sembra un uomo normale. Il pastore saluta.

Passano altri 10 anni e di Gesù si sente parlare in tutta la Giudea. I pastori ricordano: l'abbiamo visto infante, ora parla e fa parlare. Io lo ascolto dice il pastore della FEDE; io lo metto alla prova dice il pastore del SOSPETTO. E vanno insieme a Gerusalemme. Sono più vecchi ma sono sempre loro, perché nessuno di noi cambia così tanto nella vita, da non essere più stesso. E ascoltano Gesù, figlio di Maria, figlio di Giuseppe, Figlio di Dio. Nato a Betlemme, annunciato dagli angeli, cresciuto in 30 anni: perché questo è il tempo dell'uomo, anni, decenni, tanti giorni e tante esperienze. E' qui che si incarna il Signore e porta una luce nuova nella vita di tutti i giorni.

Tocca a noi, ora. Abbiamo ricevuto l'annuncio, questa notte. Se desiderassimo che tutto cambi immediatamente desidereremmo vivere nelle favole. Se ci apriamo ad una conversione quotidiana, apriamo la strada della FEDE e camminiamo nelle vie del Signore.

Buon Natale a te, pastore sospettoso, ricorda i fatti che hai vissuto, le persone che hai incontrtao e interroga la tua storia.

Buon Natale a te, pastore fiducioso, ricorda i fatti che hai vissuto, le persone che hai incontrato e racconta le tue scoperte.

L'uno e l'altro siete fratelli e avete incontrato il Salvatore: l'uno lo riconosce prima, l'altro lo riconosce dopo. L'importante è lasciarsi penetrare dalla luce che viene.

Buon Natale a tutti!

Passano anche i 30 anni ed ecco, giunge notizia di un grande profeta: Gesù!