Riflettiamoci, vi prego.
Facciamolo per tempo, però, con calma, senza entrare nella bagarre politica e ideologica dove il lume del buon senso non illumina più.
Ho letto qualche settimana fa che in Olanda si è legiferato da tempo sulla possibilità dell'eutanasia per i bambini. Ho cercato di documentarmi e chiedo a tutti di aiutarmi a farlo sempre meglio perché è cosa buona giusta parlare di ciò che si conosce bene.
Per chi ha poco tempo suggerisco questo articolo e questo articolo. Chi ha più tempo farà il suo giro in rete e scoprirà molto di più.
Quando ho letto tutto questo mi sono ricordato del filosofo australiano Peter Singer che ho incontrato nei miei studi nei primi anni del XXI secolo. Quest'uomo, teorico dell'equivalenza tra forme di vita, è contro lo "specismo" di cui si è nutrita la civiltà umana e giunge ad affermare: (cito da Wikipedia, ma l'ho letto in una sua pubblicazione) "è preferibile sopprimere un bambino malato in fase neonatale e sostituirlo con un nuovo progetto creativo" [anche una scimmia, se ricordo bene, ndr] per garantire la qualità della vita.
Tradotto in 27 lingue, questo autore non è considerato un folle nazista ma un pensatore con cui confrontarsi, che insegna all'Università. Per questo motivo, lungi da me l'idea di favorire il panico e la fobia, mi chiedo se non sia il caso di iniziare a riflettere, di iniziare a dare dignità di dibattito a queste proposte come l'eutanasia infantile e cominciare a pensare che non sono cose che non accadranno mai nella nostra piccola società italiana. Tra qualche tempo capiterà ancora qualcuno che verrà a dirci che lo fanno già in tutti i paesi civili (?) e noi siamo gli ultimi, i più incivili (?). Dico: iniziamo a combattere la nostra personale battaglia culturale, contro la nostra superficialità, contro il nostro desiderio di stare tranquilli, contro la nostra paura di affrontare le ferite.
In fondo ci siamo già passati. Il male assoluto di cui tutti parlano, il nazismo di Hitler, si presentò al pubblico dibattito, fu accreditato di fronte al mondo, si gonfiò dei sui successi e - come poteva essere il contrario - esplose in se stesso finendo nel nulla. Non senza aver devastato la vita di milioni di persone, però. E avendo sedotto le coscienze di molti che avevano paura di opporsi al bene della nazione germanica.
Ecco. Mi piacerebbe riflettere sempre meglio su quello che, in quest'epoca post-nazista, appare spesso, a prima vista, una realizzazione attuale del male di cui spesso parliamo al passato. Mentre noi ci dilettiamo a fare memoria del male vinto, il male si presenta più furbo e più subdolo, politicamente corretto, ma antiumano fin nelle viscere.
Temi come il bene e il male, la verità e la menzogna, la differenza e l'uguaglianza, il diritto e il dovere, il desiderio e il sacrificio devono far parte del nostro discorso pubblico con tutta la loro difficoltà. Troppo spesso si dice invece che nessuno può sapere cosa è bene per tutti; che la verità non esiste; che siamo tutti uguali; che è una questione di diritti e, dulcis in fundo, "ma, se la persona desidera..."! E si dimentica che quando non si fa la fatica di studiare un problema è perché cerchiamo di evitarlo. Ma lui si ripresenta più forte.
Mi piacerebbe educare i nostri giovani a dare la vita (cioè sacrificarsi) per una missione che fa il bene di tutti contro il male venduto (da pochi) come bene: #TUNONPUOIPASSARE!
Per questo occorre sempre riflettere.