Dal 30 al 6 luglio 2024 abbiamo vissuto ad Ancona un campo di servizio in un altro oratorio: una settimana in cui lasciare la propria zona di comfort per mettersi al servizio di un altro ambiente. Eravamo 16 animatori dai 15 ai 17 anni divisi in tre gruppi di servizio, il più numeroso è rimasto in oratorio mentre gli altri hanno prestato volontariato alla mensa del povero ed in un centro anziani.
«È stato bello scomodarsi facendo esperienze che probabilmente senza questo campo non avrei mai fatto. Questo è avvenuto grazie alla convivenza con ragazze e ragazzi che prima non conoscevo, ma soprattutto per il servizio fatto alla mensa dei poveri. Lì ho avuto l’opportunità di vedere il sorriso sui volti dei poveri dopo aver dato loro il pasto, ma anche di trovarmi in un ambiente familiare, creato dalle suore e dai volontari che dedicano a questo la maggior parte del loro tempo». F.
«Alla mensa del povero “opera di padre Guido” ho sperimentato il servizio e l’impegno per il prossimo, per poi capire di aver ricevuto molto più quel poco che ho donato durante questa settimana trascorsa in Ancona. All’inizio ero un po’ titubante all’idea di questa nuova esperienza, ma grazie all’aiuto di suor Pia, suor Settimia e di tutti gli altri volontari ho avuto la possibilità di conoscere e toccare con mano una realtà troppo spesso emarginata nelle nostre città». C.
«… Per renderli felici bastava un sorriso, una chiacchierata o una partita a carte da parte di noi volontari. Proprio per questo, nonostante utilizzavamo tre ore del nostro tempo per stare con loro, queste passavano velocemente grazie alla simpatia di questi anziani. In questa esperienza ho scoperto l’importanza dell’amicizia, della collaborazione tra noi ragazzi e della vita, in quanto quelle dei bambini non erano agiate quanto le nostre. Nonostante questo, ai bambini bastava qualche semplice gioco per non pensare ai problemi personali». C.B.
Il programma prevedeva al mattino i servizi di volontariato, soprattutto quelli in giro per la Città sono stati faticosi, ma ripagati dalla gioia di sentirsi utili. Abbiamo imparato che per andare incontro all’altro occorre scomodarsi un po’, uscire dalla propria zona di comfort. Mentre il pomeriggio e la sera stavamo tra noi per momenti di formazione e svago. Attraverso alcune attività abbiamo approfondito la conoscenza di noi stessi, dei nostri doni e limiti, cercando di trasformarci sempre più in un dono per gli altri. Nelle varie cene ci siamo cimentati in una gara di cucina con piatti di varie nazionalità: Perù, Russia, India, Italia. La giornata finale di sabato ce la siamo presa per un sano relax in spiaggia
«Ritengo che l’esperienza del campo di servizio sia stata importante perché ha creato un ponte tra oratori facendo si che potessimo trarre dagli animatori il loro meglio e viceversa, mi porto con me soprattutto il loro entusiasmo e armonia in ciò che facevano e la loro coesione e integrazione tra di loro. In questo campo abbiamo anche imparato ad uscire dalla nostra zona di comfort, scomodandoci, portandoci a conoscere persone nuove, instaurare relazioni con persone più piccole o più grandi e imparando a convivere in una comunità, autogestendoci.
È stata perciò una bella esperienza che ci ha permesso di metterci a servizio e renderci utili, aiutando i più bisognosi e un oratorio che punta all’accoglienza e integrazione di bambini di qualsiasi origine». G.
In questi giorni abbiamo conosciuto un altro oratorio, un modo diverso di vivere lo stesso Spirito Salesiano. Siamo rimasti colpiti dalla mescolanza serena di giovani di diverse nazionalità e religioni, tutti animatori al servizio della medesima casa di don Bosco.
«Sono grata per questa esperienza soprattutto per la fiducia che ci è stata data nel fare e nell’organizzare le varie attività, come cucinare, gestire serate o anche giornate intere, spostarci da soli ecc. Inizialmente è stato un po’ complicato adattarsi alle attività di servizio proposte. Alla fine ho scoperto che anche se faticosa è un’esperienza che ti può dare molto. Spero davvero che abbia aiutato i volontari della mensa e che sia stata utile a qualcosa, anche solo a strappare un sorriso a una persona più sfortunata di me». M.
«Il mio desiderio è che noi riuscissimo a portare tutti i punti di forza e le cose belle viste durante questa settimana nel nostro oratorio già dalla prossima estate ragazzi. Vorrei soprattutto riuscire a portare a Macerata la genuina e invidiabile unione che ho visto tra gli animatori di Ancona». M.R.