… e la copre con il suo manto! (MB XVII,557).
Così si rivolgeva Don Bosco alle Figlie di Maria Ausiliatrice a Nizza, nel 1885.
Ed è proprio bello pensare, con gioia e gratitudine, che nella giornata del 24 maggio, Festa solenne di Maria Ausiliatrice, Lei abbia passeggiato e sorriso anche tra noi, nella nostra Casa!
Una festa attesa con la partecipazione alla Novena e alla preghiera del Rosario nella Vigilia della Solennità.
Una giornata vissuta da tutti nella ferialità del lavoro e della missione, che ha visto, in serata, adulti e giovani della nostra Comunità riunirsi per la Celebrazione dell’Eucarestia.
La festa è continuata con una cena di famiglia, animata e preparata con affetto e cura dai membri dell’ADMA, che hanno pensato che il servizio e l’accoglienza di altre famiglie e dei giovani fosse il regalo più bello da offrire alla Mamma celeste.
E presi per mano da Maria continuiamo il cammino, facendo nostro l’invito che il Beato Michele Rua ha lasciato a questa Casa, nel 1908, insieme all’immagine dell’Ausiliatrice che abbiamo contemplato: educare i giovani alle virtù!
“Quali virtù? Quali virtù sono care al cuore del Signore? A quali virtù educare i giovani? La perseveranza, la purezza di cuore, che è di chi vive relazioni libere, la capacità di riconoscere il bello che c’è, per desiderare una bellezza ancora maggiore, quella del Paradiso”.*
Lei, che ci ha condotti in questa Casa e che custodisce i nostri passi, le nostre relazioni, il nostro sguardo e il nostro cuore, ci insegni a gustare il Paradiso già qui, ora!
*Omelia del Direttore don Francesco Paolo Galante nella Solennità di Maria Ausiliatrice 2023
In questo giorno speciale è bello ritrovarsi a celebrare insieme, perché la Celebrazione Eucaristica è rendimento di grazie al Signore. Oggi il grazie è al Signore per il dono di Maria, ed è bello pensare di essere in comunione con tante altre realtà, come se questa chiesa si ampliasse, come se questo altare divenisse più grande, come se tutti coloro che si ritrovano nel sogno di Don Bosco, ora, fossero qui, insieme a noi, a celebrare questo grazie: pensate che forza tutto questo!
Ogni luogo, ogni Casa, ogni realtà ha un modo di esprimere il proprio legame con Maria: pensiamo, per chi lo ha vissuto, a quello che accadrà fra qualche ora a Torino, dove saranno veramente tantissime le persone che percorreranno le strade della città precedendo Maria.
Allora, pensavo, qual è il modo proprio della Casa di Macerata di essere legata a Maria? O di esprimere il proprio legame con Maria? Certo ci sono dei segni chiari, dei segni concreti. Come Maria è rappresentata nella nostra Casa? Cosa di quello che amiamo richiama la nostra attenzione a Maria? Naturalmente, la prima cosa che ci viene in mente (e mentre lo dico qualcuno ha già sollevato gli occhi!) è l’affresco del catino (ndr affresco del sogno dell'elefante narrato da Don Bosco); poi c’è un segno che è “fuori quota”, ovvero la comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che è il primo segno concreto della presenza di Maria nella nostra Casa; Don Bosco considerava l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice il monumento vivente della sua gratitudine a Maria.
Poi c’è la statua di Maria Ausiliatrice, restaurata due anni fa dall’Adma, che si è fatta carico di questo segno; c’è l’immagine di Maria Ausiliatrice, nel salone del Centro Giovanile, quella realizzata con i francobolli, che si trova anche in altre Case salesiane, e c’è l’immagine che si trova nell’ufficio delle Figlie di Maria Ausiliatrice; poi ce ne è una, che oggi si trova sull’altare. Questo quadro è prezioso, non tanto in sè, quanto perchè è stato lasciato in questa Casa dal beato Michele Rua, primo successore di Don Bosco quando, nel 1908, è venuto qui a trovare la comunità e ha lasciato questo quadro, dove è scritto: “O Maria Ausiliatrice, coprite con il manto di vostra protezione l'istituto salesiano di Macerata e fatevi fiorire ogni virtù che rende il giovanetto caro al cuore dolcissimo di Gesù”. Credo che sia un segno molto bello perché, innanzitutto, ci richiama al dono della perseveranza: questo quadro ha resistito a tutti i salesiani che sono passati in questa Casa, anche quelli meno attenti!
Vuol dire che la presenza di Maria è esistita, esiste ed esisterà sempre in questa Casa, anche quando noi non la onoriamo così tanto, perchè non siamo noi a portare Maria qui, è Maria che porta noi qui. E questo ce lo dice la Parola che noi oggi abbiamo ascoltato (ndr rif. alle nozze di Cana): è bello sentire che Maria dice, a chi era lì a Cana, nell’affrontare una situazione impossibile, “fate quello che vi dirà!”, rivolgendosi ai servi verso Gesù. Ma se ci fate caso, è bellissimo pensare che quando Giovannino Bosco, a 9 anni, fece il famoso sogno, è avvenuto l’esatto contrario, è Gesù che gli ha detto “Io ti darò la Maestra!”. Quindi, Maria ci dice di fare come vuole Gesù, e Gesù ci dice di imparare da Maria. Che bello questo legame d’amore tra i due! Cosa ci insegna Maria, e cosa ci chiede Gesù? Credo che il primo dono sia la perseveranza, come dicevo adesso pensando a un semplice quadro che, ci piaccia o no, è qui dal 1908 a ricordarci che l’invito, che ciò che ci si aspettava da questa Casa, era che potesse educare alle virtù. Quali virtù sono care al cuore del Signore, a quali virtù educare i giovani? La perseveranza appunto, la seconda è quella di relazioni libere, che non è altro che la virtù della purezza di cuore. La purezza di cuore è quella di chi vive relazioni libere, e libere vuol dire che pian piano cresco con la serenità che se la tua presenza mi fa stare bene, te lo dico e ti dico grazie, perchè oggi mi hai fatto toccare con mano che il Bello vive in questa Casa; e se oggi mi fai arrabbiare, te lo dico, imparo a dirtelo, perchè il mondo ha bisogno di uomini e donne che imparino a dire le cose per come sono, non per come vorrebbero che fossero! Il “come vorrei che fossero, fa nascere ciò che Don Bosco considerava la peste delle comunità, ovvero la mormorazione.
La virtù della purezza di cuore genera relazioni libere perchè so che quello che ti sto dicendo farà crescere entrambi, in una relazione che avviene in questa Casa perchè è Maria che ci ha voluti qui e Lei la custodirà. La terza virtù che Maria ci chiede è quella di imparare ad avere occhi e cuore che riconoscono le cose belle prima delle cose che non hanno funzionato; Maria ci invita a coltivare un cuore propositivo, uno sguardo che impara a riconoscere il Bello che già c’è e non quello che non si riesce ad avere… perchè se io riconosco il Bello che già c’è, avrò il desiderio di una Bellezza ancora più grande, perchè la Bellezza genera Bellezza, mentre la critica e la fatica generano disillusione. Tre virtù, ce ne sarebbero tante altre!, però direi che Maria, oggi, che è la Maestra di questa Casa, a cui è stato affidato ogni giovane, ogni famiglia, chiede di crescere in queste tre virtù: la perseveranza, le relazioni libere, e uno sguardo capace di riconoscere la Bellezza. Perchè come diciamo spesso, e non è una frase fatta se ci impegniamo davvero, “il bello deve ancora venire”, perchè il Bello si chiama Paradiso e Maria ci attende tutti lì! Ma un frammento di quel Paradiso lo abbiamo già oggi, ora, in questo momento, e siamo noi intorno a questo altare, intorno a quel frammento di Pane che è l’Eucarestia, un frammento che contiene il Tutto della Vita, un frammento di speranza che contiene la forza e l’entusiasmo per il domani!