Come sappiamo tutti, anche l’oratorio è una casa: non solo vi si spendono tempo ed energie, ma è lì che per molti di noi risiedono alcuni dei nostri ricordi più significativi.
L’oratorio è un po’ più casa del solito quando si decide di spendervi diversi giorni assieme ad altre persone con cui si intende intraprendere un percorso di formazione. Ricordo ancora quando in quarto liceo feci una settimana comunitaria assieme ai miei compagni.
Durante la settimana comunitaria non si vive in un dormitorio, ma in una casa nel senso più autentico della parola. Coloro che vi prendono parte non sono semplicemente coinquilini, ma formano un vero e proprio gruppo di persone che hanno uno scopo comune per il quale si è disposti a sacrificarsi.
Non è un caso che le attività (dalla colazione alle riflessioni) si svolgano tassativamente tutti insieme e a orari prestabiliti. Rispettare impegni giornalieri è sicuramente una scocciatura, ma è proprio questo a ricordarci che non siamo solo individui che dormono a pochi metri di distanza, ma una comunità.
Ed è proprio questo che manca altrove, come in un collegio universitario: lì il tutto non è superiore alla somma delle sue parti. Ma, come spiegherò nel prossimo articolo, non è detto che non possa diventarlo grazie all’iniziativa dei singoli.