Mossi dalla speranza:“Ecco Io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5)
La strenna che il Rettor Maggiore ha lanciato per il 2021 ci offre l’occasione per una riflessione come ADMA che condividiamo affinché possa essere uno stimolo nel tempo che stiamo vivendo. L’uomo nuovo Gesù è nato da Maria che, come madre di Cristo, è quindi madre della speranza incarnata.
Riconosciamo anzitutto che è Dio la chiave per aprirci alla Vita.
La storia si ripete, l’umanità ha conosciuto fin da sempre epidemie e malattie, come Don Bosco nella sua Valdocco ai tempi del colera, anche noi oggi affrontiamo questa terribile prova, siamo in mezzo alla tempesta, a prescindere che lo si ammetta o meno siamo tutti nella stessa barca.
Il covid ci ha fatto riflettere sul fatto che il male più grande non è la pandemia, ma la convinzione degli uomini di bastare a se stessi, chiusi nell’egoismo, nell’indifferenza e nell’individualismo. Non possiamo non pensare in questo periodo di sofferenza e solitudine a Maria, Stella Maris, colei che ci può orientare e condurre al porto sicuro.
(Nel farlo ci lasciamo aiutare dalle parole di Papa Francesco nell’udienza generale del 10/05/2017)
Maria coraggiosa fino all’estremo accoglie Gesù dentro di sé, dice il suo si, dice “eccomi” senza sapere ciò che davvero l’attende, non comprende tutto quello che le accade intorno, ma medita ogni parola ed ogni avvenimento nel suo cuore. È una donna che non si deprime davanti alle incertezze della vita, specialmente quando nulla sembra andare per il verso giusto, rimane con Gesù fin sotto la croce e anche quando tutto appare privo di senso non protesta, non inveisce contro il destino ostile. È invece una donna che ascolta: Papa Francesco qui sottolinea - c’è sempre un grande rapporto tra la speranza e l’ascolto.
Maria stava, semplicemente era lì, fedelmente presente ogni volta che c’era da tenere una candela accesa in un luogo di foschia e di nebbie.
Nemmeno lei conosceva il destino di risurrezione che suo figlio stava in quell’istante aprendo per tutti noi uomini: è lì per fedeltà al piano di Dio di cui si è proclamata serva nel primo giorno della sua vocazione, ma anche a causa del suo istinto di madre che semplicemente soffre… Per questo tutti noi la amiamo come madre, perché ci insegna la virtù dell’attesa, anche quando tutto appare privo di senso lei è fiduciosa nel mistero di Dio, nella ferma speranza che la morte non può avere l’ultima parola, anche quando Dio sembra eclissarsi per colpa del male del mondo.
Maria ci insegna che nei momenti di difficoltà possiamo avere sempre nel nostro cuore la sua voce che dice “alzati, guarda avanti, guarda l’orizzonte”.
Maria ascolta, facciamone tesoro.
Questo periodo non è perso perché abbiamo smesso di fare, o perché non possiamo vederci. Spesso il fare fine a se stesso porta all’aridità e all’immobilismo spirituale. È il momento dell’ascolto e della preghiera per restare uniti a Dio, all’orizzonte che va oltre la vita terrena.
Nelle nostre case possiamo iniziare con il farci prossimi e attenti alle esigenze di figli, mariti, mogli, genitori, fratelli, sorelle, nonni…..nell’ascoltarli, nel portare gioiosamente i pesi gli uni degli altri perché il nostro cammino verso la santità consista sempre nell’essere molto allegri, come ci insegna Don Bosco, ma anche pieno di speranza che si manifesta ancor più con la vicinanza ai giovani, che sono i più penalizzati dalla pandemia.
L’amore sollecito ai giovani è anche lo spirito attorno al quale ci siamo messi in cammino sotto il manto di Maria Ausiliatrice.
A discapito delle lamentele, che verrebbero facili, opponiamo il riconoscerci nel dolore dell’altro per trasformarlo in speranza, in quel filo che lega l’uomo al paradiso, per il quale siamo fatti fin dalla nostra nascita al mondo.
Il gruppo ADMA