Eccoci all'inizio di un nuovo anno pastorale, un anno speciale che ci invita, a duecento anni di distanza, a fare memoria viva e grata del sogno dei nove anni, il sogno di Don Bosco divenuto il sogno nostro e di tanti che, dal quel sogno, si sono lasciati coinvolgere nella grande sfida dell'educazione.
Come continuare a scrivere la storia di quel sogno qui, nella nostra Casa?
Con una penna speciale, come quella che ci è stata donata in occasione del mandato pastorale lo scorso 1 ottobre, che lascia tracce di inchiostro visibile solo se illuminato con la luce giusta.
Una penna che abbia i tratti della gentilezza, della mitezza, della pazienza e della vera condivisione, perché solo così, come ci ha indicato il nostro Direttore nell'omelia, saremo capaci di fare spazio all'altro e di garantirgli un inesauribile e sempre gratuito credito di fiducia.
In questa storia non potrà trovare spazio la chiacchiera e la mormorazione, ma solo il coraggio di spendersi in prima persona, permettendo al Signore di passare attraverso la nostra vita e i sogni che Lui ha già posto nel nostro cuore.
Iniziamo a scrivere quindi, facendo nostri i compiti per questo anno pastorale che il Direttore ha consegnato alla nostra Cep:
1. Vivere la comunità "facendo di tutto per incontrarsi", a partire dalle piccole e ordinarie circostanze della vita quotidiana;
2. Curare la vita sacramentale, perché è solo facendo spazio al Signore che faremo spazio all'altro... e solo allora la nostra Eucarestia domenicale sarà affollata di giovani!
3. Andare verso i poveri, insieme! Da veri figli di Don Bosco!
4. Curare i nostri gruppi apostolici, che tutta la comunità deve avere a cuore, perché li ci sono i giovani che scelgono di farsi coinvolgere dalla missione salesiana.
Siamo pronti per questa sfida sicuramente impegnativa ma capace di "cambiare la nostra vita e la vita della nostra comunità per renderla più bella" (dall'omelia del Direttore).