di Gaia Greco
Sabato 20 e domenica 21 gennaio alcuni di noi ragazzi della Compagnia del Savio, del Clan e altri provenienti dagli oratori di Vasto e Civitanova, ci siamo riuniti all’oratorio di Macerata in occasione del terzo incontro del GxG, cammino di ricerca che attraversano giovani dal terzo al quinto superiore approfondisce aspetti diversi della gioventù e della fede. In questa occasione abbiamo affrontato il tema del sacrificio partendo dal film: "Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio”. Ci siamo infatti ricollegati a un punto cruciale della storia in cui il re Aslan si sacrifica alla strega e regina di Narnia per salvare la vita ad Edmund, uno dei quattro figli di Adamo, nonché futuro re il quale aveva tradito i suoi fratelli.
Abbiamo allora ragionato in gruppi su cosa sia il sacrificio per noi, se sia positivo o negativo, sugli ultimi sacrifici che abbiamo fatto o ricevuto ultimamente e su come questi ci hanno fatto sentire. Quello che siamo giunti ad affermare è stato che il sacrificio sembra una cosa negativa nel momento in cui si deve fare dato che richiede fatica, ma anche che, se lo si fa per gli altri, è fonte di immensa gioia e felicità. Abbiamo anche capito che molto spesso diamo per scontato i sacrifici che gli altri fanno per noi, a partire da quelli che i nostri genitori fanno ogni giorno per garantirci una vita serena. A seguito delle nostre riflessioni e, dopo esserci rifocillati con una buona e sana cena insieme, abbiamo preso parte ad un momento di Adorazione con le ragazze del Gr Discernimento, gruppo ricerca in cui si tenta di comprendere se i propri pensieri, che attraversano diverse tappe della vita, provengano dal bene o dal male. E’ stato emozionante essere davanti a Gesù e aver pregato insieme secondo le nostre intenzioni personali.
Il giorno seguente abbiamo continuato la riflessione sul sacrificio comprendendo che esso ci permette di far tornare qualcosa che si è perduta ad essere sacra, per di costruire un ponte tra il bello che si è e il brutto in cui si è caduti: salvando qualcosa si salva anche se stessi. Queste ultime riflessioni sono partite da un episodio della vita di don Bosco in cui lui conosce don Cafasso, il quale gli dice che un sacerdote per avvicinarsi alle cose profonde della vita deve allontanarsi dalle cose mondane. Così don Bosco in carcere, vedendo i ragazzi rovinati e perduti, ha capito che bisognava avere qualcuno che, sacrificandosi, li curasse per salvarli dalla rovina.
Abbiamo risposto allora a delle domande in un momento di deserto quali: Qual è il male che ci colpisce di più? Ci siamo mai chiesti se fare qualcosa per porvi fine?Cos’è che ci frena? Abbiamo mai pensato all’Eucaristia come la forza che ci consente di fare parte del sacrificio come il sacerdote che è Gesù?
Dopo una condivisione insieme, siamo giunti a dire che il male del mondo ci colpisce in diversi modi e in diversi aspetti, che a volte ci sentiamo soli o impotenti nei confronti di tali problematiche, che molto spesso siamo bloccati dalla paura di fallire e che dovremmo provare comunque ad agire sulle piccole cose per poi imparare ad agire anche nelle più grandi. Abbiamo, inoltre, capito che non avevamo mai pensato all’Eucaristia come mezzo per renderci sacerdoti come Cristo e che è un dono molto grande a cui dovremmo ripensare a ogni Celebrazione Eucaristica a cui partecipiamo.Dopo aver partecipato alla Santa Messa e un bel pranzo insieme, abbiamo concluso l’incontro.