GMG Kraków 2016: Non Dimentichiamoci Di Vivere

GMG Kraków 2016: Non Dimentichiamoci Di Vivere

di Caterina Ferrari e Irene Intermesoli

Il 25 luglio 2016 un gruppo di ragazzi, degli oratori salesiani di Macerata, Ancona, L’Aquila, Vasto e Sulmona, è partito al fine di partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù, per Cracovia, insomma un tuffo nell’ignoto. Quello che accomunava ognuno di noi era il desiderio o meglio la speranza di  vivere al meglio questa esperienza, pur non sapendo esattamente cosa ci aspettasse una volta arrivati in Polonia.

Che poi, la prima cosa che abbiamo imparato è stata proprio questa: quanto sia importante vivere pienamente e quanto allo stesso tempo sia difficile. Tutti ogni tanto dovrebbero fare un esame della propria vita, per potersi rendere conto se a causa della quotidianità si siano trascurati particolari importanti o meno. Non si tratta infatti “di te, di me, di noi”, ma più che altro della consapevolezza che niente è dovuto, che ogni singolo momento è rubato al destino, che ci sono persone la cui condizione non è affatto “agiata” come la nostra e che quindi nulla di quello che abbiamo, a partire dal tempo, può essere anche minimamente considerato come “sprecabile”.

Vivere ogni giorno come fosse l’ultimo, questo dovrebbe essere l’obiettivo di ciascuno di noi, ci insegna Papa Francesco. Non bisogna, quindi, accontentarsi della “divano-felicità”: si tratta, infatti, di un’apparenza di comodità dietro la quale si nasconde semplicemente una pigrizia interiore, da definire quasi mortale. Uccide l’anima la paura di vivere davvero. Perché alla fine si tratta di questo: di paura! Ti attanaglia lo stomaco e non ti molla finché non diventi un’ameba da poltrona. Si perdoni la schiettezza.

Invece è molto meglio di quanto non sembri, svegliarsi e darsi una mossa, nonostante costi grande fatica. Quello di cui tutti hanno bisogno non è un “life coach” o uno psicologo, ma una scossa; sì, esattamente una scossa. E probabilmente non esiste modo migliore di definirla se non con DIO.

Ecco cosa abbiamo vissuto noi ragazzi durante la GMG: Dio, in tutte le sue forme (fatica, gioia, stanchezza, unione). In maniere e momenti diversi ha colpito ciascuno di noi. Si potrebbero fare milioni di esempi: i discorsi del Papa, la Via Crucis, le celebrazioni eucaristiche, le catechesi, la veglia e tutto ciò a cui abbiamo avuto l’onore e soprattutto la fortuna di partecipare. Insomma abbiamo vissuto di emozioni forti, ogni singolo giorno, ora e minuto. Siamo stati toccati nel profondo da Qualcosa di molto più immenso e misterioso di noi. Abbiamo sperimentato, perciò, la pienezza vera della vita, e non c’è assolutamente niente di più importante.

Malgrado poi sia complicato, anzi complicatissimo, raccontare a chi non ha vissuto questo viaggio cosa sia accaduto in ognuno di noi, si potrebbe dire in poche parole che è stata una grandiosa esperienza non soltanto di fede ma anche di fratellanzaSapere, infatti, che esistono nel mondo milioni di giovani che continuano a CREDERE, nonostante le tendenze, lo scetticismo, le guerre, le malattie e tutte le brutture del nostro tempo, infonde speranza e forza. Ti fa sentire meno solo nella lotta di tutti i giorni. Sì, perché una cosa certa, ciò che ci accomuna tutti, è che per la propria fede bisogna lottare. Tanto! E questo vale sia per i comuni fedeli, sia per i consacrati, sia per i santi che per il Papa stesso.

Ognuno infatti si pone nel cuore le stesse domande, e una di queste è sempre: “Dov’è Dio quando succede…?”Beh… persino il Papa ha detto che non esiste risposta a questa domanda. Quando eravamo ad Auschwitz, però, Don Flaviano semplicemente ci ha detto che Dio non è un burattinaio, non può con uno schiocco di dita mettere la pace, dove gli uomini hanno creato la guerra. Ma può confortare, vivere accanto alle persone che soffrono e infondere la speranza, la speranza in un mondo migliore.

Di conseguenza è deducibile che Dio non sia il genio della lampada. Egli non esaudisce desideri, ma ti ama costantemente e non ti abbandona neanche quando te abbandoni Lui. La cosa, poi, che per eccellenza Lo distingue da noi “comuni mortali” è che, a differenza nostra, Lui è sempre disposto a perdonare. Come ci hanno insegnato, il termine esatto per definire questa caratteristica fondamentale è MISERICORDIOSO.

“Beato il cuore che perdona, Misericordia riceverà da Dio in cielo” dice l’inno ufficiale della GMG. Essa infatti è qualcosa di insito nell’animo di ciascuno di noi, poi come ogni cosa si può decidere come utilizzarla: c’è chi la calpesta, chi non se la calcola nemmeno, chi sa di averla ma non la usa, e chi attraverso di essa fa del bene. Dio è l’unico che appartiene sempre all’ultimo gruppo e ciò che sconcerta è che sceglie di farlo sempre gratis, senza aspettarsi mai nulla in cambio.

Per cui considerando i pro e i contro, perché non vivere? Perché non ringraziare in qualche modo per tutto questo amore gratuito?

Basta paura! Non servono grandi capacità o doti intellettuali. Coraggio, tutto qui! Per sentirsi pieni a fine giornata può bastare anche solo aver fatto qualche gesto di misericordia. Niente di che, si potrebbe dire. In realtà non bisogna dare mai per scontate le piccole buone azioni quotidiane, perché sono quelle che cambiano le persone e in qualche modo, anche se impercettibilmente, il mondo.

È quindi a dir poco azzeccata l’espressione “Siate misericordiosi come il Padre”; che possa costituire un proposito per cambiare la vostra vita!

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